Un esempio concreto di applicazione del quadro logico e di altri strumenti di analisi

La sezione precedente spiega come il quadro logico rappresenti lo strumento più utilizzato ed efficace per strutturare un progetto.

Tuttavia, come mostrato in tale sezione, il quadro logico non costituisce un punto di partenza, ma una tappa di un processo più strutturato che implica (oltre ad altri aspetti) un’analisi approfondita del contesto e delle problematiche che il progetto intende affrontare.

Poiché il processo può risultare ostico a chi vi si avvicina per le prime volte, forniamo qui di seguito un esempio pratico su come il quadro logico e altri strumenti di analisi ad esso correlati possono essere utilizzati per formulare un progetto.

L’esempio è integralmente tratto da una fonte ufficiale della Commissione europea, ovvero dal manuale “Project Cycle Management Guidelines – Volume 1” di EuropeAid, la Direzione Generale della Commissione europea responsabile della cooperazione esterna dell’UE (ambito nel quale è stato inizialmente sviluppato il quadro logico).

Il “quadro logico”

La natura e l’uso e del quadro logico sono illustrati nella precedente sezione. Per memoria e per maggior chiarezza espositiva, riproponiamo qui sotto uno schema riepilogativo dei suoi principali elementi.

Il quadro logico non deve essere inteso come un documento aggiuntivo da fornire nell’ambito della presentazione di un progetto (e che, come tale, va comunque completato in modo esaustivo, pertinente ed informato); ma come uno strumento di lavoro che permette di verificare e assicurare la fattibilità, la rilevanza, l’impatto, l’efficacia e l’efficienza del progetto in corso d’elaborazione, portando alla formulazione di un progetto potenzialmente migliore e con migliori possibilità di successo.

L’esempio riguarda l’elaborazione di un ipotetico progetto a favore di una comunità fluviale povera, il cui equilibrio economico (proventi della pesca) ed ambientale (salute dei cittadini) è minacciato dall’inquinamento del fiume.

Analisi degli stakeholder

Una prima e indispensabile analisi da eseguire nell’elaborazione di un progetto è quella delle caratteristiche degli “stakeholder” di riferimento, dove per “stakeholder” si intendono in modo molto ampio gli individui o le istituzioni che possono influenzare o essere influenzati dal progetto.

La matrice riportata fornisce un esempio delle dimensioni che possono essere valutate nell’ambito di tale analisi e del modo in cui l’informazione raccolta in merito agli stakeholder può essere organizzata in modo efficace.

 

Analisi SWOT

Ad un livello più dettagliato e approfondito, l’analisi SWOT (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats, ovvero Forze, Debolezze, Opportunità e Minacce) mette in luce e permette di valutare al meglio priorità, problematiche e possibili punti di partenza in un intervento progettuale.

Riprendendo il caso-studio della comunità fluviale, la matrice proposta qui sotto rappresenta un’analisi SWOT delle cooperative informali di pescatori (uno degli stakeholder menzionati). In questo caso, l’analisi presta particolare attenzione alla loro capacità di rappresentare gli interessi dei propri membri e di costituire un fattore efficace di cambiamento.

Diagramma “a ragnatela”

Il diagramma “a ragnatela” è un altro strumento molto efficace, frequentemente utilizzato nella fase di formulazione dei progetti.

Tale diagramma permette di rappresentare visivamente le dimensioni più rilevanti nell’analisi di un determinato contesto e dei suoi stakeholder. Può essere particolarmente utile per realizzare un confronto tra soggetti diversi articolato su diverse dimensioni, o per evidenziare le differenze tra la la situazione attuale e la situazione desiderata.

L’esempio riportato (sempre relativo al caso-studio della comunità fluviale) è un diagramma “a ragnatela” che rappresenta la situazione dell’Agenzia di Protezione Ambientale (uno degli stakeholder menzionati) in termini di capacità istituzionali e organizzative.

 

Albero dei problemi

Come illustrato nella sezione precedente, il processo di formulazione di un progetto prosegue con la costruzione di un albero dei problemi, tappa cruciale per la definizione di un quadro logico.

L’albero dei problemi proposto qui sotto (sempre relativo al caso di studio della comunità fluviale – e ben più articolato rispetto all’esempio fornito nella sezione precedente) è molto simile a quello che potrebbe scaturire da un’analisi di contesto e da un brainstorming approfondito, in un qualsiasi territorio e settore d’intervento.

Come illustrato nella sezione precedente, l’”albero” organizza i problemi emersi dal braistorming in una gerarchia ben definita. I problemi che hanno tra loro una relazione di causa-effetto sono disposti tra loro in verticale e sono collegati da una freccia. Altri problemi (disposti tra loro in orizzontale e ad una stessa altezza) contribuiscono in modo indipendente e parallelo ad un problema di portata più generale (posizionato più in alto).

L’organizzazione dei problemi sulla base di tali “livelli” e del loro legame causa-effetto è fondamentale per la successiva formulazione del quadro logico e della strategia d’intervento del progetto.

Albero degli obiettivi

L’albero degli obiettivi proposto qui sotto riprende lo stesso esempio. Esso rappresenta una semplice “riformulazione in positivo” del precedente albero dei problemi, di cui condivide la struttura sostanziale.

Strategia d’intervento

La scelta di una strategia d’intervento costituisce, molto semplicemente, la “focalizzazione” del progetto su una delle aree dell’albero dei problemi così identificato.

Tale scelta (piuttosto che l’integrazione di tutti gli elementi dell’albero dei problemi all’interno del progetto) è normalmente necessaria per questioni di:

  • fattibilità (è impossibile concentrarsi su tutto),
  • rilevanza (è opportuno focalizzarsi sugli elementi più in linea con il programma o bando di riferimento),
  • impatto (è opportuno focalizzarsi sulle questioni prioritarie per il proprio gruppo di beneficiari),
  • efficienza (è opportuno valutare la strada che permette l’uso più efficiente delle risorse disponibili).

Quadro logico completato

A partire dalla scelta della strategia d’intervento è possibile predisporre il quadro logico: completarlo il tutte le sue parti rappresenta un modo efficace per identificare gli eventuali elementi del progetto concepiti in modo insoddisfacente e apportare gli opportuni adattamenti. Il quadro logico è infatti uno strumento di lavoro dinamico, che occorre modificare a più riprese fino a raggiungerne l’assetto ottimale.

L’esempio qui sotto proposto costituisce una prima “traduzione in quadro logico” dei problemi e della strategia identificati nei precedenti paragrafi.

In una fase ulteriore il quadro logico permette di declinare con maggior dettaglio, ma in modo ordinato e coerente, tutti gli elementi necessari alla presentazione del progetto: divisione del lavoro tra i partner, stima delle risorse necessarie e dei relativi costi, tempistica, fasi e momenti di verifica delle attività svolte.

Un “altro” modello di quadro logico?

Nell’ambito di questa guida abbiamo volutamente utilizzato il modello “classico” di quadro logico, sviluppato e impiegato da molto tempo nell’ambito della progettazione, non soltanto a livello europeo.

È però importante ricordare che da alcuni anni l’Unione europea ha affiancato a questo un nuovo modello, che si incontra e viene richiesto nell’ambito di alcuni progetti. Non è un modello strutturalmente diverso: il modello classico è più semplice ma richiede lo stesso tipo di considerazioni e riflessioni (da cui il suo uso nell’ambito di questa guida).

Alcuni cambiamenti del nuovo modello sono terminologici, altri aiutano e dettagliare meglio elementi già presenti nel modello classico di quadro logico. Le principali modifiche possono essere riassunte come segue.

  • I risultati sono definiti “output”, ma la loro natura non cambia rispetto a quanto previsto nel modello classico. Come riportato all’inizio di questo capitolo, i risultati possono essere definiti come i “prodotti o servizi tangibili realizzati nell’ambito del progetto”. Il nuovo modello attribuisce al termine “risultati” un significato più ampio e generale, ovvero essi identificano l’insieme dei cambiamenti prodotti dal progetto, siano essi legati all’obiettivo generale, all’obiettivo specifico o agli output prodotti.
  • Viene concessa la possibilità di prevedere più di un obiettivo specifico (soprattutto per programmi particolarmente grandi e complessi), ma viene comunque consigliato di utilizzare un solo obiettivo specifico quando possibile. All’obiettivo specifico possono essere affiancati obiettivi “intermedi” funzionali al raggiungimento dell’obiettivo finale. Viene chiaramente delineata la correlazione diretta tra raggiungimento dell’obiettivo specifico ed esito del progetto (già valida nel modello classico), attraverso l’uso del termine “outcome” (“esito”) per definire gli obiettivi specifici finali ed intermedi;
  • Viene data una particolare centralità agli indicatori, che devono riportare (oltre alla natura dell’indicatore stesso): u il valore di partenza dell’indicatore (baseline), v il valore atteso alla fine del progetto e w il valore effettivamente realizzato (ultima misurazione disponibile nelle diverse fasi di reportistica). Ognuno di questi tre valori deve indicare una data o anno di riferimento. Questo approccio alla definizione degli indicatori non soltanto è più rigoroso, ma promuove il quadro logico come strumento dinamico di valutazione dei risultati del progetto: il valore effettivamente realizzato deve essere costantemente aggiornato nella reportistica ed utilizzato per valutarne l’avanzamento nei confronti del valore-target prefissato.

Gli esempi forniti nell’ambito di questo capitolo e di questa guida fanno già riferimento ad un utilizzo “virtuoso” degli indicatori, associato a delle date di misurazione e ad un dato di partenza. A prescindere dal modello di quadro logico utilizzato, è bene tenere presenti questi aspetti nella strutturazione degli indicatori.

La tabella qui sotto riassume gli elementi principali di questo secondo modello di quadro logico (è possibile consultarne qui un modello ufficiale).

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POR Toscana

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Toscana
  • Autorità di Gestione POR FSE: Regione Toscana – Area di coordinamento Formazione, Orientamento e Lavoro – Via Pico della Mirandola, 24 – 50132 Firenze – +39 055-4382160
  • Autorità di Gestione POR FESR: Regione Toscana – Direzione Generale Competitività del Sistema Regionale e Sviluppo delle Competenze – Coordinatore Area di Coordinamento Industria, Artigianato, Innovazione Tecnologica – Via Pico della Mirandola, 24 – 50132 Firenze – +39 (0) 55 43 83 85 6
  • Autorità di Gestione PSR: Regione Toscana – Via Pico della Mirandola, 24 – 50132 Firenze – +39 055-4382160

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POR Molise

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Molise
  • Direzione Generale della Giunta Regionale
    Area II – Programmazione regionale, attività produttive, agricole, forestali e ittiche, politiche dell’ambiente
    Tel.: 0874/314728 , Fax: 0874/314304
    Via Genova n. 11 – 86100 CAMPOBASSO
    e-mail: pillarella.massimo@mail.regione.molise.it
    pec: regionemolise@cert.regione.molise.it
    Indirizzo Help Desk – FAQ: adgpsr@regione.molise.it
    Sito web

Nota: per il periodo 2014-2020 la Regione Molise ha adottato la scelta di prevedere un unico POR plurifondo, integrato a livello finanziario e tematico: le risorse finanziarie e le tematiche operative del FESR e del FSE sono unificate in un unico documento programmatico (il POR FESR-FSE) e in un’unica gestione.

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POR Marche

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Marche
  • Autorità di Gestione POR FSE P.F. Politiche Comunitarie e Autorità di Gestione FESR e FSE – Via Tiziano, 44 – 60125 Ancona – funzione.politichecomunitarie@regione.marche.it – Programmazione FSE, procedure di accesso interventi formativi e non formativi: Tel. 071.8063663 – Fax 071.8063018 – alessandra.espinosa@regione.marche.it;
  • Autorità di Gestione PSR Servizio Ambiente e Agricoltura – Via Tiziano, 44 (Palazzo Leopardi) – 60125 Ancona – Telefono: 071 806 3786 ; 071 806 3204 – email: cristina.martellini@regione.marche.it; servizio.agricoltura@regione.marche.it ; regione.marche.agricoltura@emarche.it – Per informazioni: lorenzo.bisogni@regione.marche.it / tel: 071-806.3710 – sabrina.speciale@regione.marche.it / tel: 071-806.3678

 

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POR Sicilia

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Sicilia
  • Autorità di Gestione POR FSE: Dipartimento Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale – Viale Regione Siciliana 33 – 90139 Palermo –  Tel segreteria 091 7073154 – dgiubilaro@regione.sicilia.it – tel 091 7073018
  • Autorità di Gestione POR FESR: Dipartimento Regionale della Programmazione – Piazza L. Sturzo 36 – 90139 Palermo – Tel.: 091-7070013, 091-7070032 – Fax: 091-7070273 – e-mail: dipartimento.programmazione@regione.sicilia.it ; dipartimento.programmazione@certmail.regione.sicilia.it;
  • Autorità di Gestione PSR : Dipartimento Regionale dell’Agricoltura – Area 4 “Coordinamento e Gestione del Piano di Sviluppo Rurale” – Viale Regione Siciliana 2771 – 90145 Palermo – psrsicilia@regione.sicilia.it  -agri.areacoordinamentopsr@regione.sicilia.it – agri.assistenzatecnicapsr@regione.sicilia.it

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POR Sardegna

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Sardegna
  • Autorità di Gestione POR FSE: Autorità di Gestione POR FSE Regione Sardegna Assessorato del Lavoro, Formazione – Via XXVIII Febbraio 1 – 09131 Cagliari
  • Autorità di Gestione POR FESR: Regione Sardegna – Centro Regionale di Programmazione – Assessorato della Programmazione,Bilancio, Credito e Assetto del Territorio – Via Cesare Battisti – 09123 Cagliari
  • Autorità di Gestione PSR : Regione Sardegna, Assessorato dell’Agricoltura e Riforma Agro Pastorale – Via Pessagno, 4 – 09126 Cagliari

 

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POR Puglia

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Puglia
  • Autorità di Gestione POR FESR-FSE: Dirigente pro-tempore del Servizio Attuazione del Programma -Via Gentile, 52 – 70126 Bari – Tel.: 080 5403150 – E-Mail: attuazioneprogramma@regione.puglia.it ; attuazionedelprogramma@pec.rupar.puglia.it;
  • Autorità di Gestione PSR Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e tutela dell’ambiente – Lungomare Nazario Sauro, 45/47 – 70121 Bari – Telefono: 080/5405106 – Fax: 080/5405224 – E-mail: autoritadigestionepsr@regione.puglia.it ;

Nota: per il periodo 2014-2020 la Regione Puglia ha adottato la scelta di prevedere un unico POR plurifondo, integrato a livello finanziario e tematico: le risorse finanziarie e le tematiche operative del FESR e del FSE sono unificate in un unico documento programmatico e in un’unica gestione.

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POR Campania

Autorità competenti e riferimenti

  • Regione Campania
  • Autorità di Gestione POR FSE: Direzione Generale per la Programmazione economica e il Turismo -Via S. Lucia, 81 – 80132 Napoli / Centro Direzionale Is. C5 – 80143 Napoli – Telefono: 081 7962036 / 081 7968768 – Fax: 081 7962706 – 8528 – Mail: g.carannante@regione.campania.it ; dg.01@pec.regione.campania.it;
  • Autorità di Gestione POR FESR: Direzione Generale Autorità di Gestione Fondo Europeo di Sviluppo Regionale , Via S. Lucia 81 – 80132 Napoli – Telefono: 081 7962277 – 0817962548 – Mail: adg.fesr@regione.campania.it, dg.16@regione.campania.it;
  • Autorità di Gestione PSR: Direzione Generale per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali – Centro Direzionale is. A6 – 80143 Napoli – Telefono: 081 7967519 – 081 7967520 – 0817967517
    Mail: f.diasco@regione.campania.it ; dg.06@pec.regione.campania.it.

 

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POR Calabria

Autorità competenti e riferimenti

Nota: per il periodo 2014-2020 la Regione Calabria ha adottato la scelta di prevedere un unico POR plurifondo, integrato a livello finanziario e tematico: le risorse finanziarie e le tematiche operative del FSE e del FESR sono unificate in un unico documento programmatico (il POR FSE-FESR) e in un’unica gestione.


POR FSE-FSR CALABRIA

Approvato dalla Commissione Europea il 21 ottobre 2015

Scopo

La Calabria ha deciso di adottare un unico programma operativo che riunisce le azioni cofinanziate dal FSE e dal FESR.  Le regioni di un unico POR sottendono alla necessità di un approccio integrato per far fronte alle sfide territoriali ed alle peculiarità regionali.

Il Programma operativo si declina secondo tutti gli obiettivi tematici propri della politica di coesione. Particolare enfasi viene posta sui seguenti aspetti:

  • Il rinnovamento del sistema produttivo regionale, in linea con la Strategia di specializzazione intelligente;
  • Lo sviluppo urbano e territoriale, con riguardo all’efficienza energetica, il sistema dei trasporti, la gestione dei rifiuti, la protezione dell’ambiente;
  • La ripresa della competitività e produttività del tessuto economico, inclusi i servizi turistici;
  • La creazione di opportunità di lavoro, attraverso un miglioramento del sistema formativo, ed una maggiore inclusione sociale;
  • Il miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione in termini di qualità e trasparenza.

Soggetti ammissibili e partenariato

I beneficiari possono essere diversi, a seconda della tipologia di azione e bando, nonché dell’obiettivo tematico e fondo comunitario di riferimento: enti di ricerca pubblici e privati, poli di innovazione, distretti tecnologici, altri soggetti pubblici e privati attivi nel campo della ricerca, dell’innovazione, e del trasferimento tecnologico, centri pubblici per l’impiego, organismi di formazione, Comuni, organizzazioni del no profit, enti pubblici e privati, aggregazioni pubblico-private, organismi di ricerca, imprese (incluse PMI). I bandi definiscono l’ammissibilità dei beneficiari.

Obiettivi tematici di riferimento

  • 1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione
  • 2. Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime
  • 3. Promuovere la competitività delle PMI
  • 4. Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio
  • 5. Promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la gestione dei rischi
  • 6. Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’uso efficiente delle risorse
  • 7. Promuovere il trasporto sostenibile e migliorare le infrastrutture di rete
  • 8. Promuovere un’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori
  • 9. Promuovere l’inclusione sociale e combattere la povertà e ogni discriminazione
  • 10. Investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente
  • 11. Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate a promuovere un’amministrazione pubblica efficiente

Assi prioritari

Asse 1 – Promozione della Ricerca e dell’Innovazione
Asse 2 – Sviluppo dell’Agenda digitale
Asse 3 – Competitività dei sistemi produttivi
Asse 4– Efficienza energetica e mobilità sostenibile
Asse 5 – Prevenzione dei rischi
Asse 6 – Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale
Asse 7 – Sviluppo delle reti di mobilità sostenibile
Asse 8 – Promozione dell’occupazione sostenibile e di qualità
Asse 9 – Inclusione sociale (FESR)
Asse 10 – Inclusione sociale (OT9-FSE)
Asse 11 – Istruzione e formazione (FESR)
Asse 12 – Istruzione e formazione (OT10 – FSE)
Asse 13 – Capacità istituzionale
Asse 14 – Assistenza Tecnica


Asse 1 – Promozione della Ricerca e dell’Innovazione

1(a)  Potenziare l’infrastruttura per la ricerca e l’innovazione (R&I) e le capacità di sviluppare l’eccellenza nella R&I nonché promuovere centri di competenza, in particolare quelli di interesse europeo;

1(b)  Promuovere gli investimenti delle imprese in R&I, sviluppando collegamenti e sinergie tra imprese, centri di ricerca e sviluppo e il settore dell’istruzione superiore, in particolare gli investimenti nello sviluppo di prodotti e servizi, il trasferimento di tecnologie, l’innovazione sociale, l’ecoinnovazione, le applicazioni nei servizi pubblici, lo stimolo della domanda, le reti, i cluster e l’innovazione aperta attraverso la specializzazione intelligente, nonché sostenere la ricerca tecnologica e applicata, le linee pilota, le azioni di validazione precoce dei prodotti, le capacità di fabbricazioni avanzate e la prima produzione soprattutto di tecnologie chiave abilitanti e la diffusione di tecnologie con finalità generali.


Asse 2 – Sviluppo dell’Agenda digitale

2(a) Estendere la diffusione della banda larga e delle reti ad alta velocità e sostenere l’adozione di reti e tecnologie future ed emergenti in materia di economia digitale;

2(b) Sviluppare i prodotti e i servizi delle TIC, il commercio elettronico e la domanda di TIC;

2(c) Rafforzare le applicazioni delle TIC per l’e-government, l’e-learning, l’e-inclusion, e-culture e l’e-health.


Asse 3 – Competitività dei sistemi produttivi

3(a) Promuovere l’imprenditorialità, in particolare facilitando lo sfruttamento economico di nuove idee e promuovendo la creazione di nuove aziende, anche attraverso incubatori di imprese;
3(b) Sviluppare, realizzare nuovi modelli di attività per le PMI, in particolare per l’internazionalizzazione;
3(c) Sostenere la creazione e l’ampliamento di capacità avanzate per lo sviluppo di prodotti e servizi;
3(d) Sostenere le capacità delle PMI di crescere sui mercati regionali, nazionali e internazionali e di prendere parte ai processi di innovazione.


Asse 4 – Efficienza energetica e mobilità sostenibile

4 (c) Sostenere l’efficienza energetica, la gestione intelligente dell’energia e l’uso dell’energia rinnovabile nelle infrastrutture pubbliche, compresi gli edifici pubblici, e nel settore dell’edilizia abitativa;
4(e) Promuovere strategie di bassa emissione di carbonio per tutti i tipi di territorio, in particolare per le aree urbane, inclusa la promozione della mobilità urbana multimodale sostenibile e di misure di adattamento finalizzate all’attenuazione delle emissioni.


Asse 5 – Prevenzione dei rischi

5(b) – Promuovere investimenti destinati a far fronte a rischi specifici, garantire la resilienza alle catastrofi e sviluppare sistemi di gestione delle catastrofi.


Asse 6 – Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale

• 6(a) Investire nel settore dei rifiuti per rispondere agli obblighi imposti dall’aquis dell’Unione in materia ambientale e soddisfare le esigenze, individuate dagli Stati membri, di investimenti che vadano oltre tali obblighi;
• 6(b) Investire nel settore delle risorse idriche per rispondere agli obblighi imposti dall’aquis dell’Unione in materia ambientale e soddisfare le esigenze, individuate dagli Stati membri, di investimenti che vadano oltre tali obblighi;
• 6(c) Conservare, proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale;
• 6(d) Proteggere e ripristinare la biodiversità e i suoli e promuovere i servizi ecosistemici anche attraverso Natura 2000 e per mezzo di infrastrutture verdi.


Asse 7 – Sviluppo delle reti di mobilità sostenibile

• 7(b) Migliorare la mobilità regionale, collegando i nodi secondari e terziari all’infrastruttura della RTE-T, compresi i nodi multimodali;
• 7(c) Sviluppare e migliorare i sistemi di trasporto ecologici (anche quelli a bassa rumorosità) e a bassa emissione di carbonio, tra cui il trasporto per vie navigabili interne e quello marittimo, i porti, i collegamenti multimodali e le infrastrutture aeroportuali, al fine di favorire la mobilità regionale e locale sostenibile.


Asse 8 – Promozione dell’occupazione sostenibile e di qualità

8.I  Accesso all’occupazione per le persone in cerca di lavoro e inattive, compresi i disoccupati di lunga durata e le persone che si trovano ai margini del mercato del lavoro, nonché attraverso le iniziative locali per l’occupazione e il sostegno alla mobilità professionale

8.II  Integrazione sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani, in particolare quelli che non svolgono attività lavorative, non seguono studi né formazioni, inclusi i giovani a rischio di esclusione sociale e i giovani delle comunità emarginate, anche attraverso l’attuazione della garanzia per i giovani

8.IV  Uguaglianza tra uomini e donne in tutti settori, incluso l’accesso all’occupazione e alla progressione della carriera, la conciliazione tra vita professionale e vita privata e la promozione della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o un lavoro di pari valore

8.V  Adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti

8.VII  Modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro, come i servizi per l’impiego pubblici e privati di promozione dell’occupazione, migliorando il soddisfacimento delle esigenze del mercato del lavoro, anche attraverso azioni che migliorino la mobilità professionale transnazionale nonché attraverso programmi di mobilità e una migliore cooperazione tra le istituzioni e i soggetti interessati.


Asse 9 – Inclusione sociale (FESR)

9(a) Investire nell’infrastruttura sanitaria e sociale in modo da contribuire allo sviluppo nazionale, regionale e locale, alla riduzione delle disparità nelle condizioni sanitarie, alla promozione dell’inclusione sociale attraverso un migliore accesso ai servizi sociali, culturali e ricreativi nonché al passaggio dai servizi istituzionali ai servizi locali;
9(b) Fornire sostegno alla rigenerazione fisica, economica e sociale delle comunità sfavorite nelle zone urbane e rurali.


Asse 10 – Inclusione sociale (OT9-FSE)

• 9.I Inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva, e migliorare l’occupabilità

• 9.IV Inclusione attiva, anche per promuovere le pari opportunità e la partecipazione attiva, e migliorare l’occupabilità


Asse 11 – Istruzione e formazione (FESR)

• 10(a) Investire nell’istruzione, nella formazione e nella formazione professionale per le competenze e l’apprendimento permanente, sviluppando l’infrastruttura scolastica e formativa


Asse 12 – Istruzione e formazione (OT10 – FSE)

10.I Riduzione e prevenzione dell’abbandono scolastico precoce e promozione dell’uguaglianza di accesso a una istruzione prescolare, primaria e secondaria di buona qualità, inclusi i percorsi di apprendimento formale, non formale e informale che consentano di riprendere l’istruzione e la formazione

• 10.II Miglioramento della qualità e dell’efficacia dell‘istruzione superiore e di livello equivalente e l’accesso alla stessa, al fine di aumentare la partecipazione e i tassi di riuscita, specie per i gruppi svantaggiati

• 10.IV Migliorare la pertinenza dei sistemi di istruzione e formazione al mercato del lavoro, favorendo il passaggio dall’istruzione al mondo del lavoro, e rafforzare e i sistemi di istruzione e formazione professionale e migliorandone la loro qualità, anche mediante meccanismi di anticipazione delle competenze, l’adeguamento dei curricula e l’introduzione e lo sviluppo di programmi di apprendimento basati sul lavoro, inclusi i sistemi di apprendimento duale e di apprendistato.


Asse 13 – Capacità istituzionale

11.I Investimento nella capacità istituzionale e nell’efficacia delle amministrazioni pubbliche e dei servizi pubblici a livello nazionale, regionale e locale nell’ottica delle riforme, di una migliore regolamentazione e di una buona governance.


Asse 14 – Assistenza Tecnica

Allocazione finanziaria

Risorse complessive POR FSE Calabria (risorse comunitarie e cofinanziamento regionale e nazionale): € 2,378,956,841.00 

Di cui: FESR: 1,529,877,755.00 €

FSE: 254,339,876.00 €

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Documenti Correlati


PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE CALABRIA

Approvato dalla Commissione Europea il 20 novembre 2015

Scopo

La Regione Calabria si caratterizza per una superficie classificata per il 96% come zona rurale e coperta per il 41% da foreste e boschi (per il 65% privati).

La conformazione geografica permette alla Calabria di fruire di un grande patrimonio naturalistico, ma al contempo la sottopone a numerosi rischi idrogeologici e di incendi boschivi.
Il PSR intende affrontare queste problematiche ambientali, e rilanciare lo sviluppo territoriale rafforzando il tessuto produttivo locale e l’inclusione delle popolazione rurale.

In particolare, il PSR della Calabria finanzierà interventi in tutte le sei le priorità di sviluppo rurale, riservando una maggiore attenzione alla preservazione, al ripristino e alla valorizzazione degli ecosistemi relativi all’agricoltura e alle foreste e al miglioramento della competitività di tali settori. Verranno inoltre incentivate le misure per la formazione per gli agricoltori, l’accesso agli investimenti nel settore agricolo-forestale, il trasferimento di conoscenze e l’ammodernamento delle infrastrutture e delle aziende.

Soggetti ammissibili e partenariato

I principali beneficiari sono: enti o organismi che svolgono attività di formazione e di trasferimento delle competenze accreditati al sistema regionale, agricoltori in forma singola od associata; produttori che aderiscono a regimi di qualità, imprese, consorzi, Regione Calabria, ARSAC, enti di ricerca, istituti e laboratori di ricerca, gruppi di azione locale, gruppi operativi PEI, Imprese agricole, in forma giuridica singola od associata, reti di imprese tra aziende agricole, Coadiuvanti della famiglia agricola, persone fisiche in aree rurali.

Priorità

Priorità 1 : Favorire il trasferimento di conoscenze e innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali;
Priorità 2 : Potenziare la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste;
Priorità 3 : Promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
Priorità 4 : Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura (biodiversità e paesaggi, acque, suoli);
Priorità 5 : Incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale (efficienza nell’uso delle risorse e riduzione delle emissioni);
Priorità 6 : promuovere l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Focus Area

Qui di seguito il dettaglio dai focus di area per ognuno degli assi prioritari.


Priorità 1

1A  Stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali;
1B  Rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall’altro, anche al fine di migliorare la gestione e le prestazioni ambientali;
1C  Formazione.


Priorità 2

2A Prestazioni economiche, ristrutturazione & modernizzazione
2B Ricambio generazionale


Priorità 3

3A  Migliorare la competitività dei produttori primari
3B  Prevenzione e gestione dei rischi aziendali


Priorità 4

4A  Biodiversità
4B  Gestione delle risorse idriche
4C  Erosione e gestione del suolo


Priorità 5

 5A Uso efficiente delle risorse idriche
5C Energia rinnovabile

5D Riduzione delle emissioni di GHG e NH3
5E  Conservazione e sequestro del carbonio


Priorità 6

6A  Diversificazione, creazione di PMI e posti di lavoro
6B  Stimolare lo sviluppo locale
6C  Accesso e qualità delle TIC

Allocazione finanziaria

Risorse complessive PSR Calabria (risorse comunitarie e cofinanziamento nazionale): € 1.103.561.988,00

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