Beneficiare dei progetti europei

Sulla base di quanto illustrato risulta chiaro che tutti i cittadini dell’Unione europea possono diventare beneficiari delle azioni poste in essere nell’ambito di un progetto europeo. Tuttavia occorre distinguere almeno tre categorie principali che fanno riferimento al concetto di “beneficiario”:

  • i beneficiari ultimi, ovvero le persone o le organizzazioni che beneficeranno dell’azione svolta dal progetto nel lungo periodo o in modo indiretto (ad esempio: la cittadinanza e le imprese di un determinato territorio);
  • i gruppi-target, ovvero i gruppi e le categorie di persone (e/o di organizzazioni) direttamente coinvolti nell’attività realizzata (ad esempio: i disoccupati tra i 30 e i 50 anni residenti in una specifica area);
  • i beneficiari, ovvero le persone o le organizzazioni che sono titolati a presentare una proposta progettuale e a ricevere il relativo finanziamento dell’Unione europea per la realizzazione dell’attività (ad esempio: un’organizzazione attiva nell’ambito della riqualificazione professionale).

Queste categorie sono regolarmente utilizzate all’interno dei bandi europei e devono essere definite con precisione all’interno delle proposte progettuali.

Tipologie di beneficiari

La presentazione di proposte nell’ambito dei progetti europei è aperta a una vasta gamma di beneficiari, che includono tipicamente: associazioni, organizzazioni non governative, fondazioni, enti pubblici, enti locali, scuole, università, centri di formazione, d’istruzione e di ricerca, associazioni di categoria, parti sociali e imprese. Più raramente i bandi sono aperti a persone fisiche o a gruppi di persone non giuridicamente costituiti.

Nella maggior parte dei casi le proposte vengono presentate da raggruppamenti (detti consorzi o partenariati) di organizzazioni che esprimono diverse istanze del territorio o del settore di riferimento e sono complementari in termini di sensibilità e capacità tecniche. In tutti i casi i membri di un consorzio devono soddisfare determinati requisiti di ammissibilità definiti dalle linee di finanziamento e all’interno dei bandi.

I settori d’intervento dei progetti comunitari possono essere i più vari: protezione dell’ambiente, promozione dell’innovazione e della ricerca, formazione, istruzione, partecipazione civica e cittadinanza europea, sostegno alle imprese e all’imprenditorialità, protezione sociale, difesa della salute, difesa dei diritti e della giustizia, produzione culturale, valorizzazione e diffusione della cultura, infrastrutture, integrazione del territorio…

Settori di intervento

La lista potrebbe continuare oltre pur senza essere esaustiva, in quanto i bandi lanciati attraverso i fondi europei non definiscono tanto (o esclusivamente) un settore d’intervento, quanto una serie di obiettivi, azioni e priorità che possono combinarsi in modo diverso. La ricerca del bando più adatto alla propria idea progettuale (ed il parziale adattamento dell’idea stessa al bando) costituisce il punto di partenza dell’attività di europrogettazione. Una stessa linea di finanziamento può contenere azioni dal taglio molto vario che è bene valutare con attenzione, anche esplorando settori collaterali rispetto al proprio ambito principale d’intervento.

Spese ammissibili e cofinanziamento

Raramente un bando europeo finanzia interamente l’attività proposta dal potenziale beneficiario. L’idea di fondo, infatti, è che tale attività faccia parte (per natura) della missione propria del beneficiario stesso: il finanziamento europeo vi contribuisce in quanto riconosce a tale attività un impatto reale e positivo sugli obiettivi definiti dal bando e “a monte” dalle strategie politiche. Inoltre, il bando definisce normalmente qual è (nell’ambito globale dell’attività che si intende svolgere) la tipologia di azioni e di spese ammissibili a beneficiare del finanziamento.
Il cofinanziamento si aggira normalmente tra il 50% e l’80% delle spese ammissibili, ma può raggiungere anche il 100%. La parte residuale può provenire da fondi propri dell’organizzazione oppure da sovvenzioni e sponsorizzazioni da parte di altri enti, intesi sia in termini monetari che di “contribuito in natura” (personale retribuito, materiali, ecc.).

“Call for tenders” e “call for proposals”

L’analisi dettagliata delle linee di finanziamento disponibili è uno dei contenuti principali di questa guida. Tuttavia è opportuno illustrarne già in questo capitolo introduttivo le principali categorie.
Innanzitutto, le procedure di aggiudicazione si distinguono tra:

– Gare d’appalto (call for tenders):
richieste di servizi specifici, forniture o lavori messi a gara e aggiudicati secondo regole di mercato. Intendono realizzare un’azione puntuale richiesta dall’istituzione aggiudicante. Stabiliscono un rapporto “cliente-prestatore d’opera” nell’ambito dell’attività commerciale (finalizzata al profitto) svolta da una società specializzata. Questi bandi non verranno analizzati nell’ambito di questa guida;

– Inviti a presentare proposte (call for proposals/grants):
Questi bandi rappresentano l’oggetto specifico di questa guida. Questa tipologia di progetti costituisce da una parte la realizzazione di una proposta elaborata dai partecipanti, in linea con il loro fine istituzionale; dall’altra, la realizzazione di obiettivi programmatici dell’ente aggiudicante. L’ammontare del finanziamento erogato non include in alcun caso forme di profitto per il beneficiario.

Gestione diretta, indiretta e cooperazione territoriale

La seconda grande distinzione nell’ambito dei progetti europei riguarda le modalità di gestione del finanziamento e, di conseguenza, dell’intero “ciclo di vita” del bando (concezione, pubblicazione, aggiudicazione, esecuzione, monitoraggio e valutazione). Da questo punto di vista è opportuno distinguere tra:

  • Finanziamenti a gestione diretta, in cui l’intero processo è gestito dalla Commissione europea (in particolare, dalla Direzione Generale competente in materia). Questo tipo di bandi richiede che l’attività abbia una dimensione europea (coinvolgendo, ad esempio, partner di più Paesi). Nella maggior parte dei casi la proposta deve essere formulata in inglese. Esempi: Horizon2020, Europa Creativa, Erasmus+, LIFE…;
  • Finanziamenti a gestione indiretta, in cui l’intero processo è gestito da apposite Autorità di Gestione (che per l’Italia corrispondono alle autorità regionali). Gli stanziamenti derivano dai cosiddetti Fondi Strutturali, messi a disposizione delle singole Autorità di Gestione in seguito a un lungo processo di negoziazione che coinvolge Commissione europea, Stati Membri e Regioni. Sono finalizzati alla riduzione del divario economico e strutturale tra le Regioni europee e al loro sviluppo economico e sociale. Gestiti attraverso documenti-quadro noti come Programmi Operativi, sono finanziamenti più adatti a progetti che hanno una dimensione prevalentemente locale. Le proposte possono essere redatte nella lingua del paese in questione;
  • Programmi di cooperazione territoriale, che permettono la realizzazione di progetti condivisi tra territori appartenenti a Stati Membri diversi, accomunati dalla prossimità geografica, dall’appartenenza ad una stessa macro-area o da problematiche simili. Sono finanziati attraverso i Fondi Strutturali e sono gestiti da specifiche Autorità di Gestione, dunque costituiscono una tipologia specifica di finanziamenti a gestione indiretta. Tuttavia, per via delle loro peculiarità, verranno trattati da questa guida come una categoria a sé. Esempi: ALCOTRA, Spazio Alpino, Central Europe, URBACT…

Il valore aggiunto europeo

Ogni progetto che ambisce a beneficiare dei fondi europei deve dimostrare di avere uno specifico valore aggiunto. Ovvero, non è sufficiente che il progetto sia in linea con gli obiettivi del bando e con gli scopi istituzionali dell’organizzazione che lo propone. La proposta deve dimostrare che, in assenza del finanziamento erogato, l’attività non potrebbe essere realizzata oppure avrebbe un impatto decisamente minore rispetto a quanto desiderato dall’autorità aggiudicatrice e agli obiettivi da essa stabiliti.
Questo è soltanto uno dei criteri da considerare nell’elaborare una proposta, ma è probabilmente quello che caratterizza maggiormente la scelta tra l’avvio di un’attività di europrogettazione e la ricerca di altre forme di finanziamento.
Questo principio è particolarmente valido nell’ambito dei finanziamenti a gestione diretta e dei programmi di cooperazione territoriale, in cui è opportuno dimostrare che la realizzazione del progetto a livello di più paesi e territori dell’Unione europea genera risultati benefici addizionali rispetto alla semplice somma di interventi a livello locale o al ricorso ad altre forme di finanziamento.
I progetti europei hanno dunque una genesi profonda e richiedono l’applicazione di una particolare logica e di specifiche modalità attuative.

Un’opportunità per tutti

Tuttavia, essi costituiscono un’occasione imperdibile per il nostro territorio: sia per la varietà delle linee di finanziamento e per l’ampiezza delle risorse disponibili, sia anche (se non soprattutto) per lo stimolo che essi rappresentano allo sviluppo di iniziative nuove, condivise e partecipate, in grado di trovare soluzioni e di sviluppare relazioni a livello locale ed europeo.
Affrontati con questo spirito, e con l’ausilio di alcuni semplici strumenti, i progetti europei sono, concretamente, un’opportunità per tutti.